RASSEGNA STAMPA
LA REPUBBLICA - G8, è già l´ora del primo verdetto
Genova, 14 Dicembre 2007
I giudici entrano in camera di consiglio: potrebbe concludersi il processo
per i fatti del luglio 2001
G8, è già l´ora del primo verdetto
Forse oggi la sentenza contro i 25 accusati di devastazioni
Potrebbe essere una giornata storica per le vicende giudiziarie legate al
G8. Oggi i giudici si ritirano in camera di consiglio, per decidere la
sorte dei venticinque no global accusati di devastazione e saccheggio nel
luglio 2001. Per loro l´accusa ha chiesto pene pesantissime, per
complessivi 223 anni e mezzo di reclusione. Una posizione che ha già
scatenato polemiche, oltre alla reazione della difesa, secondo la quale si
è trattato di un «processo sommario».
La sentenza potrebbe arrivare già oggi stesso e si tratterebbe del primo
verdetto di un tribunale dopo i fatti del G8, mentre vanno avanti gli
altri procedimenti, a partire da quelli sul blitz alla Diaz, sui quali
peraltro si allunga l´ombra della prescrizione.
No global, il giorno più lungo la sentenza potrebbe arrivare subito
Dall´accusa chiesti complessivi 223 anni di reclusione. La difesa "Processo sommario"
MASSIMO CALANDRI
Dicono i bene informati che la sentenza potrebbe arrivare nel pomeriggio
di oggi. Aula di Assise, quinto piano del tribunale di Genova. Oltre il
cortile, scale di marmo, poi la grande porta vetri, quindi a sinistra. Sul
muro è appesa una grande ed inquietante mappa della città di Genova, che
la procura ha usato per illustrare le sue tesi. Con i contorni di quella
che era la cittadella degli Otto Grandi tracciata in rosso. E il percorso
delle Tute Bianche - dallo stadio Carlini a via Tolemaide: era il 20
luglio del 2001 – in un bel verde chiaro. I giudici sono tre: Marco
Devoto, il presidente, Emilio Gatti, Riccardo Realini. Si riuniranno in
camera di consiglio da stamani, ma ci sono buone ragioni per credere che
abbiamo già le idee molto chiare. Sta per chiudersi il primo dei
processi-chiave del G8, quello per la "devastazione" e il "saccheggio" di
Genova. Gli imputati sono 25 (quattro i genovesi), i pm Anna Canepa e
Andrea Canciani hanno complessivamente chiesto 223 anni e mezzo di
reclusione, formulando un´ipotesi accusatoria che non trova molti
precedenti nella storia giudiziaria italiana. Lo Stato pretende quasi tre
milioni di euro a titolo di risarcimento, perché i presunti Black Bloc
oltre ad attaccare caserme, blindati, carabinieri e poliziotti, avrebbero
anche causato danni di immagine alla presidenza del Consiglio dei ministri
(allora il capo del governo era Silvio Berlusconi). Le eventuali condanne
definitive andranno scontate sino in fondo, perché per questi reati non
c´è prescrizione che tenga. I primi episodi di guerriglia la mattina del
20 luglio, poi il corteo delle Tute Bianche e la battaglia di via
Tolemaide, la morte di Giuliani, la «guerra tra bande» - come ha detto il
pm Anna Canepa all´inizio della requisitoria, citando responsabilità di
no-global e poliziotti - per tutto il giorno seguente. Episodi filmati e
fotografati, che hanno però permesso di identificare solo 25 persone.
Canciani ha parlato di pene «non esemplari ma severe: e la stessa severità
vogliamo sia applicata negli altri processi del G8». Tutto ruota intorno
all´articolo 419: che punisce la devastazione e il saccheggio della città
- delitto attribuito a tutti - con una pena compresa tra gli 8 e i 15
anni. «Per contemperarne il rigore», avevano spiegato i pubblici ministeri
nel corso della requisitoria, «abbiamo concesso le attenuanti generiche».
"Colpirne 25 per educarne 300.000", protestano gli imputati. Che
denunciano i falsi verbali della polizia, e rifiutano l´impostazione della
procura. La chiave di lettura sarebbero gli altri processi del G8: che
vedono alla sbarra carabinieri, guardie carcerarie, agenti e poliziotti.
«Avete voluto portare in tribunale le forze dell´ordine? E allora
cominciate a vedervela con questo procedimento. Ecco il messaggio»,
attacca l´avvocato Laura Tartarini. «Il paradosso è che negli altri
processi, quelli contro la polizia, le possibili condanne saranno
cancellate da prescrizione e indulto: stavano per uccidere dei ragazzi a
mani alzate, ma non andranno mai in prigione. Qui invece qualcuno potrebbe
finire per anni in carcere. Per un chilo di pasta».